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Lo stadio e le partite

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Stadio Filadelfia (prima e unica vera "casa" del Toro e teatro delle gesta del Grande Torino) per vedere gli allenamenti e poi Stadio Comunale, Stadio delle Alpi ed infine ancora Comunale ma denominato Stadio Olimpico (e probabilmente in futuro Stadio Grande Torino) dopo il restyling fatto in occasione delle Olimpiadi Invernali del 2006. Questi sono gli stadi che ho frequentato, qui a Torino, per vedere le partite della Squadra del mio Cuore. Partite di Serie A, Serie B e nelle Coppe Europee.
Quante partite. Veramente tante !!!
Dalle prime, nel vecchio Comunale, in cui entravo gratis nell'ultimo quarto d'ora: ricordo che arrivavo molto prima, ascoltavo alla radio la trasmissione 'Tutto il calcio minuto per minuto' in trepida attesa dell'apertura delle porte.
Poi ci sono stati gli abbonamenti 'ridotti ai 16 anni'... diciamo che questa cosa l'ho potuta sfruttare anche l'anno dopo averli compiuti, in fondo i controlli non erano così fiscali era sufficiente avere qualcosa che attestasse la data di nascita, non necessariamente doveva essere un documento di identità, io ad esempio avevo sempre con me la mia tessera di atleta (ho fatto atletica leggera a quei tempi) ...
Passati quei tempi ovviamente gli abbonamenti sono stati a tariffa intera ma per vedere il Toro, non c'è prezzo.
Soprattutto l'anno dello scudetto (1976). Eh si che emozioni, quanta felicità !

E ovviamente non c'è solo quello, c'è la finale in Coppa Uefa (1992), le Coppa Italia (1971 e 1993, a dire il vero ci sarebbe anche quello del 1968 ma non l'ho vissuta)

   

Sono lontani i tempi è vero e chissà se potrò provare ancora quella soddisfazione. Ormai il calcio è cambiato. Ci sono troppi interessi e troppi soldi che girano e la passione passa in secondo piano.
E poi la Curva Maratona, allora veramente il "12° uomo in campo", l'immagine vera della passione quando il tifo era fatto "senza se e senza ma" ed ora invece ... mah, voglio credere che anche questo tornerà come un tempo, lontano dalle contestazioni e solo con la voglia di incoraggiare i giocatori in campo.
Comunque assaporiamo il nostro piccolo momento nella speranza di prenderci anche altre soddisfazioni.

 
Intanto visto che siamo tornati nella Serie che ci compete, mi auguro che ci si possa rimanere per lungo tempo e poi ... si torna alla stracittadina e lì ogni risultato può arrivare... anche se è da qualche annetto che manca la vittoria, diciamo dal 25 gennaio del 1995 (?!?). Certo che pareggi come quello del 14 ottobre 2001 hanno un valore come una vittoria ...  

Ritornando al cuore pulsante del tifo granata, riporto qui di seguito una parte della storia di quello che è stata la Curva Maratona (tratto e rielaborato da http://toraz.altervista.org/ dal testo "La storia del Torino", a cura di Bruno Perucca, Gianni Romeo e Bruno Colombero, ed. La Casa dello Sport)
  La Curva Maratona, quella che era a sinistra delle tribune dello stadio Comunale, quella che aveva alle spalle la sgraziata torre omonima stile anni Trenta, era il polmone, il cervello, il carnevale del tifo granata.
Mezzo stadio poteva essere vuoto, ma la Curva Maratona è sempre stata piena: di grida e di colori. Era una tradizione ormai antica, via via approdata a livelli brasiliani (ben prima dell'arrivo di Junior). Alle spalle delle diciassettemila gole granata (tale era la capienza delle curve del Comunale) c'è sempre stato il lavoro di un gruppo di coreografi del calcio. Ecco il racconto di come è nata "la curva più bella del mondo".
E' nel 1973 che si pensò si sensibilizzare la tifoseria granata valorizzando rapporti di solidarietà umana. Proposi al Club Grande Torino di organizzare un'asta di quadri firmati da (...) Serafino Geninetti devolvendone il ricavato a "Specchio dei Tempi" che aveva lanciato un appello ai lettori per recepire fondi, allo scopo di acquistare un polmone d'acciaio.
(...) L'iniziativa ebbe molto successo ed il ricavato (due milioni) venne interamente versato a "La Stampa". Dopo quella sera ci trovammo impegnati nell'organizzare qualcosa di speciale per incitare la nostra squadra che affrontava la Juventus.  
 la Maratona negli anni 80 ...
 
  Decidemmo di circondare metà recinto dello Stadio Comunale con festoni di carta crespa granata legati fra loro con nodi di tulle, granata pure loro. Fummo derisi da alcuni Club della nostra stessa fede (Ultras, Fedelissimi, ecc..), ma la domenica successiva ripetemmo l'esperimento allargando a tutto il perimetro di gioco, aggiungendo all'iniziativa il primo sacco di coriandoli che, all'annuncio della nostra formazione, gettavamo sugli spettatori della Curva Maratona.
Era il 1973: tutto è cominciato con dei festoni di cartapesta e dei coriandoli.
Durante la stagione 1975-76 (quella dell'ultimo scudetto) ogni domenica aumentava il quantitativo di coriandoli e mazzetti: la domenica del derby i coriandoli furono gettati addirittura dal tetto della tribuna centrale.
Le iniziative si moltiplicarono e divennero sempre più articolate e goliardiche: per la vittoria dello scudetto la città fu tappezzata da 5000 scudetti, furono, più avanti, invitate tre bande musicali e tre gruppi di majorettes, nel '76-'77 venne disegnato per un derby un enorme water (3 metri per 3) con attorno gambe e mani di un giocatore (guardacaso bianconero) che ci si aggrappava per non cascarci dentro. "Questa è la vostra sede naturale" era la scritta che l'accompagnava! Seguirono 3000 croci bianconere, dodici finocchi di polistirolo alti 3 metri ciascuno, 3 quintali di finocchi veri lanciati in campo, ecc...
 ... e la Maratona ai giorni nostri
 
Per Toro-Juve dell'82-83 apparve il primo toro su telo alto 9 metri, ma la grande sorpresa fu per il derby 1983-84: un lenzuolone di 100 metri per 14, progettato per essere mosso da un complicatissimo congegno di corde. Sfortuna volle che la domenica del derby si mise a piovere ed il congegno non poteva funzionare. Per alzarlo, in quelle condizioni, ci volevamo almeno 150 ragazzi che lo tenessero sollevato da terra nei dieci minuti d'esposizione.
Così fu: issammo lo striscione, tutto la stadio ammutolì, quindi esplose un applauso generale (credo quasi generale, visto che si trattava di un derby...).
Più avanti lo striscione diventa di 160 metri per 28, con al centro un Toro rampante di 20 metri per 28 e sopra una scritta, "Alè Toro" 5 metri per 4, campeggia al centro della curva veleggiando libero nell'aria.
 

A questo aggiungo anche una definizione della Maratona vista da 'dentro' e vista da 'fuori' tratta da "Maratona affare di cuori”, volume edito dal Toro Club Melfi e scritto dal giornalista Franco Ossola.
"La curva del Torino, meglio, del Toro. La curva dei tifosi del Toro. Sotto certi versi, il Toro.
Più bello e emozionante, per me, viverla da fuori che da dentro. Più commovente goderne i palpiti con occhio esterno che non starsene immersi dentro.
Dentro, le sensazioni sono diverse. Dentro, non sei tanti, ma uno solo. Dentro, non sei una voce per il Toro, sei la voce del Toro. Dentro, non sei tu a soffrire, a gioire, a godere, ma la curva intera, in un afflato monolitico, un’ondata di vitalità e passione che non distingue i singoli, ma è una marea, una montagna, un blocco di unici intenti che sono uno e basta. Dentro, la bandiera non è la tua bandiera, come la sciarpa aperta, le braccia alte, non è la tua sciarpa, tutte, insieme,sono la “bandiera”, “la sciarpa”. Dentro, sei la Maratona, sei il tifo del Toro, basta.
Fuori è diverso. Da fuori, l’occhio corre sul fremito della gioia che scuote gli immensi bandieroni, onde granata che sussultano nel mare della felicità tifosa. Da fuori, l’occhio riesce a distendersi con la meditata osservazione di chi contempla e ci sono giorni in cui la Maratona è spettacolo puro, godimento estetico senza remore. Da fuori la graniticità del blocco, che è la stimmata del viverla da dentro, non si sfalda, ma lascia anche luogo al riconoscimento del particolare, di uno striscione anziché un altro, di ciascuno dei tanti singoli segni d’affetto che, uniti, fanno, sono la Maratona."